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Altalena: intervista a Marco Giovanni Ferrario

La tecnica fingerstyle è un modo particolare di suonare la chitarra, che permette ad un solo musicista di eseguire le parti di un’intera band. L’armonia, la melodia e il ritmo si incastrano in un unico flusso sonoro, frutto di padronanza tecnica, creatività e un pizzico di follia. Lacchiarella è la città di un promettente chitarrista fingerstyle: Marco Giovanni Ferrario. Classe 1997, da alcuni anni insegna chitarra nella nostra scuola. Il 10 gennaio è uscito il suo primo singolo, Altalena, che potete trovare su tutte le principali piattaforme di musica in streaming. Tra una lezione e l’altra l’ho incontrato nel corridoio della Casa della Musica per fargli qualche domanda sul suo progetto.

In musica trasmettere delle immagini senza l’uso di parole non è affatto semplice. Come hai fatto a “dipingere” questa altalena sonora? Parlaci del processo creativo.

Altalena è nata quasi per caso, studiando un brano di di Luca Nobis, ”Scivolo”. A causa di un errore mi è venuta la parte che con il tempo è diventata l’introduzione del brano, che da quel momento ho ironicamente chiamato “Altalena”. Con il tempo però questa parola mi è rimasta in testa e l’ho collegata al moto altalenante proprio della prima parte che ho creato. Questo mi ha dato il pretesto per provare a scrivere un brano che avesse un’altalenanza di emozioni, proprio come accade nella vita.

Come sei arrivato al fingerstyle?

Non penso di esserci arrivato in qualche modo specifico, usare le dita per suonare la chitarra è sempre stata per me una cosa molto naturale. Sicuramente gli studi classici che ho seguito quando ero più piccolo hanno aiutato, come anche il fatto che durante l’adolescenza non avevo amici con cui poter trovarmi a suonare. Questo mix di cose ha fatto sì che mi avvicinassi al mondo del fingerstyle.

La tecnica fingerstyle dà ai chitarristi un superpotere: concentrare l’intero arrangiamento in uno strumento solo. Essere un chitarrista fingerstyle, nell’epoca del distanziamento sociale, è un vantaggio?

Fino ad ora l’unico vantaggio che ho riscontrato consiste nel non aver problemi nel trovare una sala per provare con gli altri membri del gruppo… perché non ci sono. Tornando seri, i vantaggi ci sono ma non sono poi così tanti: durante questo periodo mi sono trovato a lavorare per alcuni eventi, organizzati da APT di Madonna di Campiglio, in cui c’era espressamente bisogno di musica di sottofondo, e per questo scopo il fingerstyle si presta molto bene. Di contro però a causa del potere “aggregante” della musica, riscontro le stesse difficoltà di una band nel propormi come musicista, anche se sono da solo.

Quando potremo ascoltare Altalena dal vivo?

Spero il prima possibile! Di sicuro quando si riuscirà a tornare a suonare dal vivo farò il possibile per farlo! Altrimenti, se passate da scuola e mi incontrate, posso suonarvela!

Che chitarre usi abitualmente e quale hai utilizzato per Altalena?

Quando suono dal vivo utilizzo la mia Eko MV Signature, per la registrazione ho utilizzato invece una Taylor 214e-dlx. Una chitarra che rende bene dal vivo non è sempre detto che abbia lo stesso risultato anche in studio, e viceversa.

Da alcuni anni insegni chitarra alla Casa della Musica di Lacchiarella, che tra l’altro è la tua città. Storicamente, per i musicisti, la provincia è un luogo da cui fuggire per cercare fortuna altrove, anche se, ultimamente, le tecnologie sembrano aver accorciato le distanze. Si dice che ormai i dischi si fanno in cameretta, è stato così anche per Altalena?

Eh si! La cosa che mi piace dell’epoca in cui viviamo è che anche in casa si possono raggiungere dei buoni risultati, basta avere la giusta strumentazione e, soprattutto, saperla usare. Naturalmente è più facile ottenere un buon risultato in uno studio di registrazione professionale, però ho deciso di registrare tutto in casa anche per imparare a registrare la mia chitarra e avere tutto il tempo necessario per fare prove e sperimentare. Gli ostacoli che si incontrano registrando a casa però sono molti: i vicini rumorosi, i cani che abbaiano, la mancanza di feedback esterni ecc.. Questi problemi non sono da sottovalutare perché possono allungare, e di molto, le tempistiche. Tornando ad Altalena, è stata completamente registrata in casa e successivamente ho fatto curare il mix e il master della traccia da Alberto ZIliotto, un grande chitarrista fingerstyle nella scena italiana e anche fonico.

Mi sembra di capire che hai in previsione l’uscita di un album. Quando potremo ascoltarlo?

Spero di riuscire a pubblicarlo sulle varie piattaforme di streaming tra fine febbraio e i primi di marzo, tutto dipende dalle difficoltà di cui parlavo prima nel registrare in casa.

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